Povertà Educativa Digitale

LockBox

LockBox

Gli studenti vivono una realtà accademica in cui l’iperconnessione è costante e, spesso, inevitabile.

Povertà Educativa Digitale

LockBox

LockBox

Gli studenti vivono una realtà accademica in cui l’iperconnessione è costante e, spesso, inevitabile.

Benessere Digitale in Ateneo

Gli studenti vivono una realtà accademica in cui l’iperconnessione è costante e, spesso, inevitabile. Gli smartphone rappresentano un potente strumento per lo studio, la socializzazione e l’organizzazione della vita universitaria; allo stesso tempo, integrano meccanismi di persuasive design (notifiche, scroll infinito e algoritmi di raccomandazione) progettati per catturare e trattenere la nostra attenzione (Center for Humane Technology, 2025). In media, uno studente passa più di 6 ore al giorno al telefono: l’equivalente di oltre 20 anni di vita* trascorsi davanti a uno schermo (Moody, 2022).

Questo sovraccarico digitale non è solo una questione di tempo. Simone D’Amico, founder di LockBox, Visiting Graduate al Digital Wellness Lab del Boston Children’s Hospital e Harvard Medical School, studia presso il laboratorio l’impatto della tecnologia sul benessere, con la mission di comprenderne a pieno gli effetti e di mitigarne le conseguenze negative. Michael Rich, founder e direttore del laboratorio, ha introdotto il termine “Problematic Interactive Media Use” (PIMU) per descrivere l’intero spettro di utilizzi disfunzionali dei media digitali e della tecnologia: un pattern di comportamento che può interferire con il benessere psicologico, sociale e accademico dei giovani (Pluhar et al., 2019).

Da una recente Pulse Survey condotta dal Digital Wellness Lab (Schwamm, Ho, Powell, Bickham & Rich, 2025) emergono alcuni dati chiave:
– Il 63% degli adolescenti ritiene di usare il telefono “un po’ troppo” o “decisamente troppo”;
– Il 56% afferma che i telefoni rappresentano una distrazione moderata o significativa a scuola;
– Il 47% dichiara di usare strumenti o app per gestire l’uso del telefono;
– Il 29% riporta che le policy delle loro scuole sui telefoni peggiorino la percezione della propria sicurezza.

L’Ateneo può quindi svolgere un ruolo cruciale: fornire uno strumento di tutela agli studenti contro l’iperconnessione e le sue conseguenze negative, rendendo il benessere digitale accessibile, non un privilegio.

La soluzione LockBox

LockBox è una soluzione integrata per il benessere digitale degli studenti, composta da:

1. App

Gli studenti possono bloccare l’accesso alle app distraenti, in modo da evitare avvisi costanti (e.g., notifiche) e comportamenti compulsivi di controllo del dispositivo. Per ogni minuto in cui le app verranno bloccate, gli utenti guadagnano delle monete virtuali.
Nel marketplace LockBox, gli utenti potranno quindi utilizzare le monete guadagnate per fare acquisti nella vita reale, presso partner del network LockBox, o in collaborazione con l’Università.
Con cadenza mensile, LockBox organizza una giveaway con un super premio in palio: per partecipare, gli utenti potranno acquistare biglietti tramite l’app, sempre con le monete virtuali ottenute concentrandosi.

Esempi di reward ottenibili dagli studenti sono:

  • Sconti o omaggi presso partner locali (ristoranti, librerie, palestre, cinema…);
  • Reward accademici (opportunità di tirocinio presso LockBox; se scelti dall’Ateneo: punti partecipazione, priorità su career services, ecc.)
  • Super premi: viaggi, biglietti per i concerti, biglietti per eventi sportivi, ecc. (un vincitore estratto casualmente via giveaway)

L’app traccia del tempo risparmiato con statistiche personali e sono presenti ulteriori dinamiche di gamification come streak, classifiche, sfide tra amici.

2. L’hardware LockBox

Una “chiave analogica” che consente di sbloccare le app con un tap. Introduce una frizione fisica, riducendo comportamenti compulsivi e scrolling automatico, e diventando un simbolo tangibile dell’impegno dello studente.

Il risultato è una combinazione di scienza comportamentale e design educativo: invece di demonizzare la tecnologia, si promuove un suo uso più consapevole, volontario e autonomo. Si reinforza un benessere digitale migliorando la capacità dell’utente di usare la tecnologia in modo consapevole, integrandola armoniosamente nella vita reale e prevenendo l’affaticamento cognitivo.

Design Scientifico dell’App

LockBox integra la Self-Determination Theory (SDT), come illustrato da Skeggs & Orben (Cambridge University, 2024, Nature Human Behaviour), secondo cui gli interventi più efficaci sono quelli che rafforzano autonomy, competence, e relatedness.

Questi tre principi sono integrati come segue:

  1.  Autonomy,  gli studenti bloccano consapevolmente e volontariamente le applicazioni, quando sono sul campus. LockBox non è uno strumento coercitivo o di controllo, ma un tool a disposizione dello studente che desidera un maggiore equilibrio digitale:
  2. Competence, gli utenti vedono i propri progressi, accumulano monete e imparano a utilizzare i social media in maniera conscia;
  3. Relatedness, LockBox permette di creare gruppi con amici e colleghi, incentivandosi a vicenda attraverso classifiche e obiettivi comuni.

Case History

LockBox è stata adottata alla LUISS Guido Carli, supportando la concentrazione e la produttività degli studenti durante lo studio. Nei primi mesi di implementazione pilota sono stati registrati:

20% di adesione volontaria

7.181 ore di distrazioni evitate in un solo mese

4 studenti selezionati per un tirocinio curricolare presso LockBox

Emerge, dunque, sempre di più il bisogno da parte degli studenti di una soluzione istituzionale che li tuteli dal sovraccarico digitale e li supporti nel preservare un equilibrio tra studio, socialità e concentrazione.

Grazie all’impegno istituzionale, gli studenti avranno a disposizione uno strumento che li guidi nel ritrovare un equilibrio tra online e offline, tra rumore e concentrazione, tra iperconnessione e connessione umana.

LockBox: l’alleato dei top campus per il benessere digitale.

Tutela della privacy e sicurezza

LockBox non analizza né monitora:

  • contenuti delle app
  • conversazioni
  • informazioni personali

La soluzione è conforme alle normative GDPR e ai più elevati standard di protezione dei dati.

*Calcolati sulla vita media europea di 81 anni (Eurostat, 2024)